Narra la leggenda che Michele D’Oppido, il crotonese che nel 1968 fu convocato alle Olimpiadi di Città del Messico- e primo nuotatore ad abbattere il minuto nei 100 farfalla, al pari di Bud Spencer nei 100 stile- più che nelle piscine calabresi imparò la nobile arte della bracciata in mare. Legato a una corda, che dalla barca di appoggio assicurava quella sicurezza acquatica che in nessun manuale moderno del nuoto è contemplato. Leggenda , appunto , come quando Carlo Pedersoli, il mitico Bud, mi raccontava delle infinite ore di trasferta per le gare su anti-anatomiche littorine dove il top era affittarsi un cuscino per non rimanere “segnati” ancor prima di gareggiare.
Altri tempi, epici sicuramente, ma nel caso della Calabria segnata da due mari, forse ancora attuali, non fosse altro per le difficoltà a nuotare in un contesto agonistico e certamente di scuole nuoto. D’Oppido per 56 lunghi anni , mezzo secolo olimpico e passa fatto a nuoto, ha raggiunto il non invidiabile primato di essere stato l’unico calabrese a cinque cerchi con la gara dei 200 misti a Città del Messico. Fino a ieri, quando la griglia di partenza azzurra per Parigi 2024 ha svelato un altro virgulto calabro dal grande talento, il catanzarese Giovanni Caserta. Stileliberista, duecentista, componente della staffetta quattro per due ai prossimi Giochi.
Nota di redazione, video intervistato dal salotto acquatico di Swimbiz un mese fa, e la dice tutta sul sentiment di fenomeni in divenire che anticipa la nostra redazione.
Sarà un caso, ma da Michele a Giovanni, mezzo secolo è occorso per trovare un nuovo campione regionale, come mi suggerisce il suo primo allenatore e scopritore Vanni Celano che al Gruppo Polisportivo di Catanzaro ha allenato con Maria Lo Forte l’azzurro “ è quasi tutto così romantico, foss’altro che qui è nato un talento senza una vasca da cinquanta metri”. Come andare a scuola con la lavagna ma senza gessetti, in un’epoca ormai digitale. Una differenza incolmabile, con il resto delle regioni acquaticamente evolute per le piscine. Dalle corde in mare alla cronica mancanza di impianti da “minimo sindacale” il passo è durato mezzo secolo. In una regione che pensa ad affrontare le autonomie differenziate modello sport con un gap con il centro nord senza partita. Risultato? L’olimpico Caserta è tesserato per una società lombarda e si allena con grandi risultati con il guru della velocità, il tecnico azzurro Claudio Rossetto a Ostia , centro federale alle porte di Roma. Parigi val bene una olimpiade, e almeno una messa per chiedere quale sarà, se sarà, il progetto acqua sport in Calabria.
I campioni nascono, ma occorre una visione d’impianto da subito sul territorio. Ne converrà il presidente Regionale Occhiuto, che del presidente federale Barelli è anche compagno di partito in Forza Italia. E come chiosa Alfredo Porcaro, presidente del comitato Calabrese che al telefono si spertica in complimenti al corregionale olimpico Caserta“grande lavoro e grande impegno di un atleta che porta la nostra regione e il nostro orgoglio sportivo di calabresi a Parigi. Giovanni ha dimostrato di essere un predestinato, magari senza nemmeno saperlo di quanto grande è questo passo per tutto il movimento natatorio regionale”.
Tirando una corda lunga mezzo secolo magari spunta una piscina, coperta anche per l’inverno , un punto di partenza per il futuro che è già qui. Sperare è lecito, voltare passo acquatico è d’obbligo. Vigileremo.
Buona acqua olimpica a tutti, e ancora complimenti a Giovanni Caserta e a tutto il nuoto calabrese.
FONTE: SWIMBIZ
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